Endoscopia digestiva
Endoscopia digestiva
L’endoscopia digestiva rappresenta una componente fondamentale nella pratica della gastroenterologia, dedicandosi all’esplorazione visiva e diagnostica dell’apparato digerente. Questa procedura medica utilizza uno strumento flessibile, noto come endoscopio, che viene introdotto attraverso cavi flessibili nelle vie digestive per esaminare da vicino lo stomaco e l’intestino.
Presso Progresso Medico è possibile prenotare visite specialistiche ed esami strumentali quali:
- Colonscopia
- Rettoscopia
- Esofagogastroduodenoscopia
Colonscopia
Si tratta di un esame diagnostico indispensabile per la diagnosi delle più comuni malattie che interessano il colon.
L’esame si esegue mediante l’utilizzo di uno strumento flessibile dotato di una telecamera ad alta definizione (almeno negli strumenti di ultima generazione) che viene introdotto dall’orifizio anale, all’interno del colon fino all’ultima ansa ileale (porzione terminale dell’intestino tenue).
Si tratta di una tecnica ormai entrata nella routine diagnostica, ma vanno attentamente esaminati i rischi e benefici dell’indagine e accertata l’indicazione oltre che l’appropriatezza.
Prima dell’indagine il paziente viene sottoposto ad un’accurata anamnesi e ad una visita medica finalizzata alla verifica dell’indicazione e dell’appropriatezza dell’esame. Quindi viene informato sulle modalità di esecuzione dell’esame e sui rischi legati all’indagine.
Nel caso in cui il paziente scelga di eseguire l’esame in sedazione, viene preventivamente sottoposto a visita anestesiologica finalizzata a verificare le condizioni di sicurezza per eseguire la sedazione stessa.
L’esame viene eseguito sa un medico esperto in endoscopia digestiva con l’ausilio di un infermiere che lo collabora nel corso dell’indagine specie nel caso in cui bisogna ricorrere a tecniche interventistiche (per esempio asportazione di polipi) o all’esecuzione di prelievi bioptici.
Il Paziente viene posto in posizione supina e viene sottoposto ad incannulamento di una vena periferica al fine di procedere alla somministrazione dei farmaci. L’anestesista sarà sempre presente durante l’esecuzione dell’indagine endoscopica.
- Si insuffla aria in quantità adeguata a distendere le pareti degli organi da esaminare e facilitarne la visione; questo può causare al paziente una sensazione di distensione addominale che non deve allarmare, in quanto assolutamente transitoria.
- L’esame dura in media da 15 a 30 minuti, ma tale tempo può diminuire o aumentare in funzione del grado di difficoltà alla progressione dell’endoscopio lungo il colon e della pulizia del colon stesso. Il superamento di alcune curve può provocare temporaneamente modico dolore, talora più intenso in caso di particolare lunghezza e/o tortuosità del viscere o in presenza di aderenze da precedenti interventi chirurgici o trattamenti radioterapici.
- Saranno monitorate, frequenza cardiaca, saturazione di ossigeno e, se necessario, attività elettrocardiografica.
La colonscopia generalmente è indicata:
- Se sono presenti alterazioni visualizzate in corso di esami radiologici (per esempio difetti di riempimento, stenosi, inspessimenti di parete, ecc…)
- Se presente sangue rosso vivo nelle feci (< 50 aa: in assenza di fonti evidenti di sanguinamento anale > 50 aa: anche in presenza di fonti di sanguinamento anale)
- Se presente melena (dopo EGDS neg)
- Se presente sangue occulto nelle feci con anemia sideropenica non spiegata
Nelle malattie infiammatorie intestinali (IBD)
- Per stadiazione (estensione di attività)
- Per sorveglianza displasia e cancro
- Se presente diarrea cronica clinicamente significativa
- Nei casi di calo ponderale significativo (escluse altre eziologie)
- Se presenti alterazioni significative e persistenti dell’alvo
In caso di stipsi + almeno 1 tra
- Sangue rosso vivo nelle feci
- Sangue occulto positivo
- Anemia sideropenica
- Calo ponderale
- Recente variazione alvo variazione calibro feci
- Episodi subocclusivi/ occlusivi
Per lo screening e sorveglianza di neoplasie del colon
- in pz asintomatici a rischio generico
- in pz. con familiarita’
- valutazionepancolica per ricerca cancro sincrono e/o polipi in pz con neoplasia del colon operabile
- per follow-up post polipectomia o post- chirurgico
È un’indagine indispensabile per diagnosticare patologie organiche del colon e dell’ultima ansa ileale. A seconda dell’indirizzo diagnostico e del reperto endoscopico, in corso di esame è possibile eseguire prelievi bioptici oppure asportare (qualora esistano le condizioni di sicurezza) polipi.
La polipectomia (asportazione dei polipi) è una pratica consolidata e abbastanza sicura seppur con rischi legati a due principali complicanze che sono sanguinamento e perforazione.
È una tecnica endoscopica che consente l’asportazione dei polipi del colon, mediante l’utilizzo di particolari accessori (anse da polipectomia) che generalmente vengono collegati ad un elettrobisturi che eroga corrente diatermica. In alcuni casi la polipectomia può essere effettuata senza far uso di corrente diatermica (cosiddetta “tecnica a freddo”). Le complicanze sono rare. Le più frequenti sono rappresentate da:
– Perforazione (0.04-1.0%). La perforazione in corso di polipectomia pur essendo una complicanza rara, tende ad aumentare quanto più complessa è la manovra terapeutica. In presenza di una perforazione il trattamento endoscopico (posizionamento di clip) può essere risolutivo. Qualora il trattamento endoscopico risulti inefficace o non possibile, è indicato il trattamento chirurgico.
– Emorragia (0.3-6.1%). L’emorragia post-polipectomia rappresenta la complicanza più frequente. In circa l’1.5% dei pazienti sottoposti a polipectomia si verifica un sanguinamento immediato che normalmente viene controllato endoscopicamente. In circa il 2% dei pazienti si può verificare un sanguinamento tardivo che si può presentare fra i 7 ed i 30 giorni dopo la polipectomia. Il ricorso alla chirurgia è raro.
La buona riuscita della colonscopia dipende molto dalla corretta pulizia del viscere. È indispensabile, pertanto, che il paziente aderisca a tutte le norme indicate dal Centro di endoscopia, riportato nel foglio di preparazione all’esame. È dimostrato che un’incompleta pulizia intestinale aumenta il rischio di non visualizzare lesioni durante la colonscopia. Tale rischio comunque non si azzera anche in presenza di un’adeguata pulizia intestinale in corso di una colonscopia di qualità. Infatti fino al 20% delle lesioni, specie di piccole dimensioni, si potrebbero non visualizzare. Nel colloquio precedente l’esame è indispensabile che il medico venga informato di eventuali malattie e/o allergie di cui il paziente soffre, se il paziente assume farmaci e se è portatore di pacemaker o di altra apparecchiatura impiantabile che possa interferire con strumenti elettromedicali.
Nel caso in cui il paziente assuma farmaci anticoagulanti e/o antiaggreganti, in previsione dell’esame, potrebbe rendersi necessaria la loro sospensione o sostituzione previo consulto con lo specialista di riferimento. In condizioni cliniche particolari, può rendersi necessario l’utilizzo di farmaci . che permettano il ripristino di valori adeguati dei test di coagulazione
Nel caso di allergia al lattice si renderà necessario uno specifico allestimento della sala di endoscopia e l’utilizzo di materiali particolari.
In previsione di particolari atti endoscopici operativi, sulla scorta dell’anamnesi del paziente, degli esami clinico-strumentali eseguiti in precedenza e dell’esistenza di possibili fattori di rischio, sarà considerata l’opportunità di eseguire test ematici per la valutazione dell’assetto coagulativo
Esofago-gastro-duodenoscopia
(gastroscopia o EGDS)
L’Esofago-Gastro-Duodeno-Scopia (spesso detta semplicemente gastroscopia) si esegue con una sonda flessibile (gastroscopio), che viene introdotta attraverso la bocca. In alcuni casi, utilizzando uno strumento particolare di diametro ridotto, l’esame può anche essere eseguito introducendo l’endoscopio attraverso le narici, previa leggera anestesia locale.
È un esame endoscopico che permette di esaminare, in visione diretta, il tratto superiore del tubo digerente (esofago, stomaco e le prime due porzioni duodenali). In corso di esame possono essere prelevati piccoli frammenti di mucosa (biopsie) per esame istologico e si possono effettuare procedure aggiuntive, diagnostiche o terapeutiche.
L’esame viene eseguito con un gastroscopio dotato in punta di una sorgente luminosa e di una piccola telecamera che invia le immagini ad un processore e quindi ad uno schermo. Dopo aver acquisito il consenso del paziente, generalmente si posiziona un accesso venoso periferico e si monitorizzano la frequenza cardiaca, la saturazione d’ossigeno del sangue e la pressione arteriosa. A seconda del giudizio del medico operatore, e in accordo con il paziente, può essere eseguita una sedazione mediante somministrazione di un sedativo/analgesico endovena ed eventualmente una anestesia faringo-laringea.
L’esame viene eseguito preferibilmente sul fianco sinistro. Per aiutare il paziente a mantenere la bocca aperta durante la procedura e per evitare che possa mordere la lingua e/o lo strumento, si utilizza uno specifico boccaglio.
Eventuali protesi dentarie mobili dovranno essere rimosse prima dell’esame. A seconda del giudizio del medico operatore, e in accordo con il paziente, può essere eseguita una sedazione mediante somministrazione di un sedativo/analgesico endovena.
L’esame è di breve durata, non è doloroso e non interferisce con la normale respirazione.
È utile che il paziente mantenga, per quanto possibile, un comportamento rilassato e collaborativo, eviti atteggiamenti reattivi e controlli eventuali conati di vomito con una respirazione profonda e regolare;
durante la procedura si insuffla aria in quantità adeguata a distendere le pareti degli organi da esaminare e facilitarne la visione; questo può causare al paziente una sensazione di distensione addominale he non deve allarmare, in quanto assolutamente transitoria.
saranno monitorate, frequenza cardiaca, saturazione di ossigeno e, se necessario, attività elettrocardiografica.
Lo stomaco vuoto consente la migliore e più sicura esplorazione endoscopica. A tal fine è necessario essere a digiuno da almeno 6 ore; la presenza di cibo o residui alimentari limita il campo visivo inficiando l’attendibilità diagnostica della procedura e, in caso di vomito, può favorire il passaggio di residui alimentari nelle vie respiratorie. Nel colloquio precedente l’esame è indispensabile che il medico venga informato di eventuali malattie e/o allergie di cui il paziente soffre, se il paziente assume farmaci e se è portatore di pacemaker o di altra apparecchiatura impiantabile che possa interferire con strumenti elettromedicali.
Nel caso in cui il paziente assuma farmaci anticoagulanti e/o antiaggreganti, in previsione dell’esame, potrebbe rendersi necessaria la loro sospensione o sostituzione previo consulto con lo specialista di riferimento. In condizioni cliniche particolari, può rendersi necessario l’utilizzo di farmaci che permettano il ripristino di valori adeguati dei test di coagulazione
Nel caso di allergia al lattice si renderà necessario uno specifico allestimento della sala di endoscopia e l’utilizzo di materiali particolari.
In previsione di particolari atti endoscopici operativi, sulla scorta dell’anamnesi del paziente, degli esami clinico-strumentali eseguiti in precedenza e dell’esistenza di possibili fattori di rischio, sarà considerata l’opportunità di eseguire test ematici per la valutazione dell’assetto coagulativo.
Se tra le indicazioni dell’esame vi è anche la ricerca dell’infezione da HelicobacterPylori il paziente deve sospendere l’assunzione di antisecretori, come gli inibitori di pompa protonica, da almeno 2 settimane e l’assunzione di antibiotici da almeno un mese.
Procedure integrative a finalità operativa che possono essere attuate durante la gastroscopia
La gastroscopia operativa, pur essendo anch’essa procedura sicura, rispetto agli esami diagnostici generalmente ha un rischio aumentato che dipende dal tipo di trattamento che viene effettuato.
Polipectomia. È una tecnica endoscopica che consente l’asportazione di lesioni polipoidi sessili o peduncolate del tubo digestivo, mediante l’utilizzo di anse diatermiche collegate a un elettrobisturi che eroga corrente diatermica. Le complicanze più frequenti sono rappresentate dalla perforazione e dall’emorragia con un’incidenza che varia dal 3.4 al 7.2%. La mortalità può raggiungere lo 0,25%.